Che soluzioni acustiche applichiamo

Nei tipi di ipoacusie neurosensoriali è possibile applicare le seguenti soluzioni audioprotesiche :

  • Protesi retroauricolare
    Queste protesi possono essere fatte in modo da essere messe, senza che si vedano, dietro al padiglione auricolare. Esse sono robuste e facilmente revisionabili. Sono disponibili in un’ampia scelta di possibilità amplificative e possono avere dei guadagni sufficienti a compensare ipoacusie molto severe. Inoltre è possibile trovare più comandi per altre funzioni importanti per la regolazione della stessa protesi.   
  • Protesi endoauricolari , completamente nel canale CIC

Dato che è stato possibile un ulteriore miniaturizzazione dei componenti rispetto alle precedenti, ha permesso che quasi tutta la protesi venga messa nel condotto uditivo esterno, con l’ingresso del microfono situato all’ingresso del condotto. Le protesi
endoauricolari, oltre ad essere molto accettate anche da un punto di vista estetico, possono avere qualche vantaggio nel guadagno sulle frequenze più acute a casa della risonanza della conca libera.

  • Protesi Open Fitting, con ricevitore nel canale RITE

L’applicazione protesica risulta quanto più possibile ad orecchio aperto con protesi open fitting o più correttamente open ear, con ricevitore RITE, ovvero nel condotto e non nel corpo del retroauricolare.  L’importanza di utilizzare protesi acustiche con ampia ventilazione, già nota da tempo, è diventata ancora più evidente con la disponibilità delle protesi a orecchio aperto. Infatti malgrado l’uso di protesi acustiche con ampia ventilazione, l’occlusione del condotto uditivo esterno può essere causa di insoddisfazione d’uso. Innanzitutto viene persa la risonanza acustica naturale dell’orecchio, importante fonte di informazioni acustiche e di stimolazione sonora nella banda 2-3 kHz dei suoni acuti. Inoltre l’occlusione causa un’eccessiva amplificazione delle frequenze gravi e conseguente sensazione di rimbombo.

Nelle ipoacusie da trauma acustico le frequenze gravi sono di norma inalterate, quindi andare a creare un’amplificazione su queste non può che dare fastidio all’assistito e demotivarlo nell’utilizzo delle protesi. Da non sottovalutare, infine, il frequente fenomeno dell’autofonia, l’ascolto alterato della propria voce. Tutto ciò è generalmente causa di difficoltà nella comprensione della voce, di riduzione del confort d’uso per il paziente e può aumentare la sensazione di “chiusura” e di percezione di un eventuale acufene. Attualmente l’uso delle protesi acustiche open ear ha superato molte di queste difficoltà, permettendo la vantaggiosa applicazione protesica anche in sordità lievi o con perdite solo delle frequenze acute.

Nelle ipoacusie trasmissive è possibile     applicare la seguenti soluzione audioprotesica :

  • Protesi ad occhiale, con vibratore osseo

Le protesi acustiche indicate in questi casi sono a conduzione ossea, ovvero l’apparecchio trasforma i suoni in vibrazioni trasmettendole all’osso mastoideo attraverso un apposito vibratore posizionato sulla parte terminale dell’asta di un occhiale o di un archetto.